Si dice cassone, crescione o cascione?
In Romagna il dibattito è agguerritissimo. È una questione soprattutto locale: in alcuni posti si preferisce un termine ad un altro, senza sapere di preciso il perché. È noto che nelle città più a nord e della Romagna, come Cesena e Ravenna, si utilizzi crescione, mentre a Rimini e Riccione vada per la maggiore cassone che, secondo gli studiosi, è il termine più corretto. Cascione è invece una variazione dialettale totalmente cattolichina, o catulghina. Ed è quella che noi preferiamo. Insomma, è pur sempre un termine che ha a che fare con la nostra storia, e a noi, la storia, ci piace parecchio. Per la precisione, lo pronunciamo con la “sc” romagnola ben accentata: caSSSCione, o qualcosa del genere.
Spessore, località, gusto
Pare che il termine crescione derivi dal nome dell’erba selvatica con cui veniva preparato agli albori di questo piatto: l’erba crescione, appunto. Lo studioso Vittorio Tonelli sottolinea inoltre come in certe zone si usi il termine “guscione”, probabilmente nato dalla forma a guscio del prodotto, o addirittura “calcione”.
Oggi la differenza del nome riguarda prevalentemente le zone geografiche e lo spessore dell’impasto: nelle zone in cui si pronuncia crescione, l’impasto è più spesso, mentre dal riminese in giù appare più sottile e schiacciato. Diverse forme comportano a diverse preferenze: alcuni prediligono l’impasto più spesso, altri quello sottile.
Tra i due, noi preferiamo quello buono.
Quello preparato con le migliori materie prime. Preparato con pazienza, calma, amore per la cucina. Quando ci sono gusto e genuinità, nomi e spessore passano in secondo luogo.